REPORT FUORISALONE 2014. PART 2



TORTONA
Se negli anni passati era possibile trovare qualche TERMPORARY SHOP tra gli altri eventi,  quest' anno è diventata una consuetudine, che ha riempito via Savona e via Tortona di NEGOZIETTI di collanine, scarpe, borsette e orologi, lasciando davvero poco spazio alle proposte: si è un po' persa l'idea della zona del design giovane e di contro-tendenza, concentrando l'attenzione sulle
attività commerciali: un'idea di per sé non sbagliata, se non si cade nel banale gadget.
Il TEMPORARY MUSEUM al SUPERSTUDIO propone la solita infilata di aziende, in cui era difficile scorgere un filone narrativo o di ricerca, come ci si dovrebbe aspettare da un museo. Nessun progetto in esposizione si è distinto per innovazione o ricerca di soluzioni.
Si sentiva molto la mancanza dei grandi e scenografici allestimenti, e le installazioni  di qualche anno fa, che coinvolgevano lo spettatore e che caratterizzavano gli eventi del Superstudio: mancavano insomma l'esperienzialità e lo stupore,  e quella dimensione di ricerca. Quel desiderio di scoperta e di fascinazione quasi teatrale non c'è più, per una rassegna in caduta libera verso la noia. 
Da MOOOI si poteva ammirare un bellissimo allestimento, con le gigantesche fotografie di MASSIMO LISTRI nella stessa location dello scorso anno.  Interessanti le ricerche tecnologiche e le evoluzioni dei  processi produttivi tradizionali viste a TOKYO IMAGINE. In TORTONA 31, si poteva fare shopping al TEMPORARY STORE di MERCI (ibidem), e fra i capannoni il grande evento OUT OF MIDO dedicato al design degli occhiali, con numerose aziende. Tra l'altro gli occhiali sono protagonisti in diversi eventi in giro per il fuorisalone...



VENTURA LAMBRATE
Non avevamo mai notato, in VENTURA LAMBRATE, una folta affluenza come quest'anno; dal nostro punto di vista la più popolosa del fuorisalone 2014. Complice il BEL TEMPO, gruppi variegati e famigliole sono accorsi in strada per farsi una amabile passeggiata per mostre.
Fra le numerose gallerie e studi di design temporanei, le molteplici scuole e gli esperimenti di produzione indipendente, proposte d'arte e tentativi di bricolage, a cui si accostavano i fast food ambulanti, sembrava un grande calderone dove veramente tutto è possibile.
Negli anni passati non era presente questo grosso boom di visitatori, ma le proposte sembravano più leggibili e di maggiore peso culturale e con una ricerca più attenta. Quest'anno le proposte si spingevano al mero concettualismo del "tutto può essere design", confondendo e creando delle profonde falle fra ciò che è design e quello che è pura sperimentazione artistica legata all' oggetto d' uso. Usciamo dal circuito Ventura Lambrate, vedendo tutto, ma portando a casa poco o niente. Come sempre le proposte sono pricipalmente di matrice NORDEUROPEA, a cui si accosta il non citabile PADIGLIONE ITALIA.



CORSO COMO
Non istituzionalizzata come zona, ma obiettivamente un concentramento di diversi eventi nella design week. Il concept store 10 CORSO COMO ospitava la mostra di Charlotte Perriand. Dopo una passeggiata tra vetrine realizzate ad oc, più avanti, in PIAZZA XXV APRILE si poteva vedere l'evento PUBLIC DESIGN FESTIVAL. Anche la fascinosa PIAZZA GAE AULENTI si apriva alla chermesse del design, mentre si poteva fare un salto nello spazio, dedicato alla cultura del cibo, EATALY, dove prima sorgeva il teatro smeraldo, che mantiene un palco al suo interno, in cui per l'occasione si è svolta una performace di musica dal vivo al pianoforte. Nella nuovissima piazza Gae Aulenti si presentava il nuovo marchio di design TAG e piccoli eventi sparsi fra le vetrine e gli shoowroom della zona.



PAOLO SARPI
Ospitava la ORIENTAL DESIGN WEEK, che quest'anno portava avanti un discorso TEORICO e SOCIALE, con lo slogan MAKE A BRIDGE MOVING IN THE CITY, come metafora del collegamento tra due culture diverse. La mostra FRAGMENTS COLLECTION presentava un mosaico di foto come frammenti delle realtà progettuali in Cina, mentre LONGEVITY era una riflessione sul confronto tra generazioni diverse. Interessante la collezione di foulards, VELO VELO, con diverse illustrazioni, di altrettanti designers, basate sul tema della bicicletta.


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La DESIGN WEEK accoglie anche diversi eventi singoli sparsi per la città, che non sono racchiusi da nessuna delle zone principali; la rassegna ELITA, proponeva diversi eventi legati al mondo del design, con convegni e concerti; tante anche le proposte culinarie, e diversi percorsi food and wine per tutta la città. 
Ma era possibile organizzare una visita secondo i propri gusti utilizzando una delle tante guide del fuorisalone messe a disposizione da diverse "istituzioni" del mondo del design, come INTERNI, ARCHITONIC, ecc, oltre al completissimo sito FUORISALONE.IT


Si è sentita la mancanza dell'evento MOST di Tom Dixon, mentre Rossana Orlandi che era uno degli appuntamenti fissi della design week  ci ha stupito per la mancanza della direzione intelligente e attenta che in genere la differenziava dal resto. In linea di massima non abbiamo riscontrato grandi idee, e siamo tornati a casa con migliaia di fotografie, e la convinzione di aver visto davvero poco.
La sensazione generale era quella di grande DISPERSIONE, un forte decentramento delle risorse, che NON ha portato ad un riscontro in termini di QUALITÀ nel design. Il moltiplicarsi degli eventi e delle location è pertanto inversamente proporzionale alla produttività creativa...
Senz'altro c'erano molti eventi che si potevano evitare... Ma si sa, questo non lo si può sapere finché non si son visti!!!

Con una forte sensazione di indefinito, stiamo a vedere cosa succederà!
Alla prossima!

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